Le redattrici raccontano il proprio ‘significato’ di ‘Diversamente Informati’…

DIVERSAMENTE INFORMATI è un mezzo di comunicazione ma anche un modo per stare insieme, sia in senso virtuale che concreto nel nostro ritrovarci  in “redazione” qui al Consorzio Solidarietà Sociale. DIVERSAMENTE INFORMATI è un blog e un giornale cartaceo.

E’ DIVERSO perché non c’è neanche un giornalista.
E’ DIVERSO perché i lettori sono anche scrittori e viceversa.
E’ DIVERSO perché parla di DIVERSITÀ , di abilità diverse.
E’ DIVERSO perché blog e giornale nascono insieme, non sono una la derivazione dell’altro.

Racconto come è andata per spiegare meglio obiettivi e spirito di questa iniziativa.

Ecco voglio sottolineare che “DIVERSAMENTE INFORMATI” non è e non vuole essere solo per i genitori di figli disabili , anzi,  speriamo tanto che altri -parenti ed amici- abbiano voglia di esprimere pensieri e riflessioni . E non necessariamente  “figli” disabili  ma persone disabili  che desiderano manifestarsi. E tutte le categorie di professionisti coinvolte.  E soprattutto l’invito a partecipare, ad intervenire è rivolto a chi non ha niente a che fare con la disabilità in modo diretto.
La volontà, infatti,  è quella di uscire dall’angolo, non di chiudersi ed isolarsi bensì di aprirsi,  mescolare le carte, sparigliare i giochi e trovare punti di contatto.

Di qua e di là dalla linea di confine ciò che è a norma e ciò che non lo è io credo che i valori siano gli stessi:  la reciprocità, la capacità di vedere l’altro, di godere di relazioni soddisfacenti  e il gusto di stare insieme  sono per tutti occasioni di felicità e di salvezza

(Maria Grazia Maccari, Caporedattrice)


Sono Karidja Banhoro la mamma di un meraviglioso bambino di nome Amir Orfane. Prima di tutto tengo a ringraziare Maria Grazia della bellissima idea che ha avuto, cioè creare il giornale permettendo a noi mamme che abbiamo figli portatori di handicap di esprimerci attraverso il giornale e nello stesso tempo avere anche noi delle informazioni. E’ molto difficile far capire a qualcuno che non ha nessuna idea di quello che può vivere un genitore che ha un figlio portatore di handicap. E’ lotta quotidiana nel dolore. Ci si sente malati dentro, anche se l’aspetto è buono. L’esteriorità non coincide con l’interiorità. Invito tutte le mamme che vivono questa situazione ad uscire dall’oscurità.

(Karidja Banhoro, redattrice)


blog 1….Il giornalino potrebbe diventare un passaparola, facendo gruppo con i nostri vissuti così da prendere decisioni più a cuor leggero, dando valore all’esperienza delle famiglie e alla soddisfazione dei propri figli.

Il mio ragazzo e’ stato invitato dal C.U.S a collaborare con un Progetto sportivo Triathlon dedicato a giovani con autismo; nello sport individuale Luca ha autonomia e stima di se stesso per l’obiettivo raggiunto. In più ho trovato mio figlio più stimolato e più libero facendo attività sportiva con ragazzi cosiddetti normodotati, stimolando anche l’attività di imitazione.

l C.U.S offre un posto nel programma Triathlon per un giovane sportivo con autismo nato negli anni 2006, 2007, 2008; per informazioni a riguardo potete lasciare i dati alla Segreteria CUS
Universita’ all’attenzione di Federico Pelizzoni, che noi ringraziamo tanto.

(Bruna Stocchi, redattrice)


…La prima volta che ho partecipato ad un incontro eravamo giù nel cortile, sotto gli alberi. Avevo con me anche quel piccolo terremoto della mia nipotina e dovevo darle un occhiata e poteva sembrare che non dessi molta attenzione a quello che si stava dicendo. Invece da quel giorno mi siete entrati nel cuore . e il giornale sarà speciale come tutti i nostri ragazzi. Servirà per passarci informazione utili e condividere esperienze belle e brutte. E mi riempie di gioia farne parte.

Poi vorrei che questo giornale fosse un modo per far conoscere a tutti la disabilità, perché si ha paura di ciò  che non si conosce e ci si allontana da ciò che fa paura.

(Anna di Grazia, redattrice)


Anch’io fin dall’inizio di questa avventura ho sempre trovato nello scambio con le altre famiglie la più grande risorsa. Ho trovato Informazioni innanzitutto, preziosissime, perché tante piccole cose sembrano, alle istituzioni, quasi scontate,  ma non lo sono affatto. E poi ancora di più ho trovato sostegno, comprensione, quel  punto di vista dal di dentro che ti fa subito cambiare il tuo punto di vista, riesce a farti relativizzare magari con poco un vissuto doloroso. Famiglie nel gruppo AMA del progetto ‘A casa con sostegno’, famiglie conosciute a settimane estive di condivisione, famiglie raccimolate a volte anche solo per strada, per caso, perché ci si capiva cono uno sguardo e si iniziava a parlare.

In sette anni ho raccolto un mare di esperienze intorno a me, e devo dire, tantissime bellissime persone.

C’è stato un tempo, all’inizio, in cui ero avida di esperienze. E’ stato il tempo del prendere. Chiedevo, telefonavo, scrivevo. Nessuno si è mai tirato indietro.

Poi è arrivato anche il tempo del dare. Lavorando in ospedale è capitato che mi chiamassero in occasione della nascita di alcuni bimbi con Sindrome di Down. E devo dire che avere la possibilità di infondere fiducia agli altri, solo raccontando di mio figlio, è stato un bel cambio di prospettiva.

Quando Maria Grazia mi ha fatto questa proposta ho subito pensato a questo, a tutte le volte che avevo detto “Più di tanti grandi luminari, di cui per natura diffido, io ho potuto contare su tanti genitori”. Il giornale e il blog ci danno la possibilità di arrivare anche un po’ lontano dei gruppi tra genitori. Ci danno la possibilità di arrivare, magari, a quelle persone che fanno più fatica a incontrarsi. Ci danno la possibilità di scrivere un’esperienza, e di renderla dunque più intima, ma allo stesso tempo dotata di senso,  quindi più universale.

Ringrazio tutti voi che siete qui a condividere l’inizio di questa avventura di rete,  nel senso più ricco della parole, e in cui credo moltissimo.

(Beatrice Sbriscia, redattrice)


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