Mi viene da pensare che la gratuità, l’altruismo e l’attenzione per il prossimo siano prerogative degli adulti , magari degli anziani; forse gioca il ricordo di un nonno felice di poter fare un regalo o di una zia entusiasta all’idea di potersi rendere utile dando una mano.
Viceversa penso che i giovani siano per forza di cose concentrati su sé stessi, non sempre attenti al prossimo o ad una qualche causa riferibile al bene comune. Da ragazzi, quando si è intenti a costruire sé stessi ed a cercare la propria strada non è cosi immediato né frequente occuparsi di “altro da sé”, come accade invece quando si fa volontariato.
Perché fare volontariato è proprio questo: occuparsi di qualcosa d’altro che non sé stessi: una buona causa a cui aderire; una persona; un problema a cui dedicare tempo e attenzione ricevendo in cambio non denaro ma la soddisfazione di aver fatto qualcosa per ciò in cui si crede, la crescita e l’arricchimento personale.
Fare volontariato significa essere, o diventare, capaci di pensare in grande; di mettersi nei panni degli altri, di provare a vedere le cose da punti di vista altri, di credere in qualche ideale o valore e volerlo mettere i pratica, sperimentando l’effettiva personale capacità e possibilità di fare qualcosa per cambiare e realizzare ciò in cui si crede.
Una esperienza di vita di grande significato, un work-out speciale per la mente e per il cuore