UNICI, il racconto di un educatore

Tizio si trova in un certo contesto assieme ad altre persone. Egli parla a queste persone e queste persone lo ascoltano. Alcune gli rivolgono domande su quello di cui egli parla. Tizio risponde a chi gli rivolge le domande. Ma, in un momento critico, le domande si fanno frequenti e Tizio fatica a dare risposte a domande così pressanti. In particolare, Caio rivolge più domande incalzanti a Tizio, il quale, stanco e pressato, gli risponde:- Basta! Non sei unico.

Dopo qualche attimo di riflessione, Tizio riprende e dice a Caio:- No… sei unico. Ma siamo in un insieme.- Tizio continua e formula:- Siamo unici in un insieme.- Dal fondo del contesto, una voce chiede la parola e, ottenuta l’attenzione, propone a Tizio e alle persone nel contesto:- Allora, possiamo dire:<<Siamo unici in un insieme di unici>>.-Tutto il contesto approva. La voce precisa:- Spesso sento dire:<<Ognuno è unico>>.-

                  Un momento critico per la relazione in cui l’unicità dell’io e contrapposta all’unicità del noi. In cosa e come può attuarsi la sintesi dell’unicità <<insieme di unici>>? Nel riconoscimento del contributo a ogni unico da parte del certo contesto di attuare l’insieme di unici nello spirito della frase: <<Siamo unici in un insieme di unici>>, che rende unico l’insieme perché equilibrato. Ogni unico di quel certo contesto dà il proprio contributo in un momento critico per la relazione. Un contributo inclusivo che rende e mantiene vivo l’insieme. La vita c’è perché l’insieme di unici crea le condizioni dell’unicità. Ogni unico contribuisce. Se le condizioni permangono, l’unicità dell’insieme si ripete. L’approvazione insieme è incarnazione dell’unicità. L’unicità riconosce il valore di ogni unico a equilibrarsi nell’insieme: a Tizio, che si spende nell’equilibrarsi a correggersi in un’espressività ammissiva e comprensiva; a Caio, che riconosce il valore dell’equilibrio di Tizio e impara da lui a equilibrarsi; alla voce dal fondo del contesto, che media la condizione di equilibrio nel riconoscimento della sintesi tra Tizio e Caio; alle persone del certo contesto, che osservano il crearsi delle condizioni dell’unicità che approvano.

                  E’ unico “ciò che non si ripete o non si ripete identicamente. Si dice unico l’evento storico come tale” (cfr. Nicola Abbagnano, “Dizionario di filosofia”, TEA, Milano, 2002, pg. 894, voce “Unico”). Ma altrettanto che unico è “ciò che può essere effettuato in un solo modo; e in tal senso si dice unico un’operazione di scomposizione in fattori primi” (cfr. N. Abbagnano, cit. pg. 894). La scomposizione di un unico che si ricompone con altri unici a loro volta scomposti che si ricompongono porta in equilibrio un certo contesto che origina l’insieme di unici, che finalmente si riconoscono unici.

Tutto ciò in un momento critico in cui non è affatto scontato che gli unici diventino <<insieme di unici>>. Piuttosto, le cronache ci mostrano come degli unici di un certo contesto non riescano a ricomporsi alle pressioni dei momenti critici, e i frammenti scomposti degli unici si elidano tra loro, escludendosi, senza raggiungere la condizione d’insieme dell’unicità nel contesto.

                  Chi senta l’esigenza di premere affinché riceva le risposte che cerca; chi può dare risposte, perché ha risposte da dare; chi è osservatore nel contesto; chi media nelle contrapposizioni: ebbene sia pronto a far fronte le conseguenze.

                  Unici si è sempre, solo a volte si è insieme di unici.

Marco Ancona (Educatore)

 

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